L’Influenza della Tartare di Carne nella Cucina Mondiale
La storia della “tartare” si intreccia strettamente con il destino del popolo dei Tartari, guerrieri di origine turca che abitavano l’Europa Orientale. La loro vita, segnata dalle conquiste e dall’impero di Genghiz Khan, era una sequela di spostamenti e battaglie che lasciava poco tempo per i bisogni quotidiani, come la preparazione del cibo. Fu così che nacque la necessità di un metodo rapido per rendere la carne pronta al consumo, e i Tartari trovarono una soluzione ingegnosa: posizionavano la carne sotto le selle dei loro cavalli, e durante le cavalcate essa veniva sia ammorbidita che conservata dal sudore salato degli animali.
Col tempo, questa pratica, quanto mai insolita e rivoluzionaria, varcò i confini del suo luogo d’origine e arrivò fino alla Russia zarista, dove ottenne un vasto successo. I cuochi russi, affascinati da questa tecnica, la adottarono e la rielaborarono, inserendola con frequenza nei loro menù. Ma fu con l’arrivo dei cuochi russi in Francia, fuggiti dal loro paese a causa di turbolenze politiche, che il tartare trovò una nuova casa e si guadagnò un posto d’onore nella gastronomia tradizionale francese. Da lì, il successo del tartare non conobbe confini, diffondendosi in tutto il mondo, dalla Scandinavia al Sudamerica, e dando vita a innumerevoli varianti che includevano carne, pesce, verdure e salse.
Oggi, la tartare è considerata un classico della cucina internazionale, amata sia per il suo sapore che per la sua versatilità. Gli chef contemporanei hanno riportato in auge questo piatto, celebrandone l’origine con presentazioni eleganti e curate, a testimonianza di come un piatto possa evolversi mantenendo il suo spirito originario ma adattandosi al contempo ai gusti e alle esigenze estetiche dell’epoca corrente.